Le montagne che si intravvedono nelle foto contengono a loro volta montagne di discariche di rifiuti tossici e cancerogeni, li nascondono. Le montagne interne sono composte da gessi fluorurati e clorurati, sostanze che la Procura ha rinvenuto nelle acque. Le montagne esterne sono composte da materiali provenienti da una cava di Oviglio e da coprire con un telo di plastica. Si tratta di una soluzione posticcia che non mette assolutamente in sicurezza questi siti, fra i tanti sparsi nello stabilimento. Il dilavamento dei veleni sotterrati, infatti, con la pioggia e la neve riprenderà inevitabilmente dal terreno alla già inquinata falda sottostante. Una soluzione provvisoria, sapendo che il provvisorio da noi diventa definitivo. Dunque non siamo per nulla d'accordo con l'autorizzazione concessa alla Solvay dal Comune di Alessandria. Se questa è l'esempio di bonifica che si propone per il polo chimico di Spinetta Marengo: possiamo prepararci al disastro ecologico definitivo. I veleni non vanno sotterrati ulteriormente bensì tolti. A cominciare da quelli sotto l'impianto Algofrene che va chiuso e riallocato. La chiusura di questo impianto, che sta sprofondando, era già nei programmi della società belga ed è stata sospesa come pressione nei confronti della Magistratura. La Solvay, al processo che inizia in Corte d'Assise il 17 ottobre, sostiene infatti che la bonifica integrale non può essere effettuata perchè altrimenti bisogna smantellare l'impianto Algofrene, la cui chiusura era invece da tempo programmata, con approvvigionamenti assicurati e nessun problema occupazionale.
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