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Rassegna Stampa

domenica 7 marzo 2010

Agrocarburanti Respinto a Rivalta Ghisolfi Attacca Crescentino

Dopo essere stato, assieme a Gavio, respinto e sconfitto a Rivalta Scrivia di Tortona (Alessandria) dall’opposizione popolare, [Relazione di Medicina democratica, clicca qui] il gruppo M&G Mossi Ghisolfi di Tortona ci riprova a Crescentino (Vercelli) con la sua “bioraffineria”, autodefinita “il più grande impianto del mondo” per la produzione di agro combustibili (45 mila tonnellate annue di “bio”etanolo). Guido Ghisolfi, noto esponente del PD locale e vicepresidente della M&G, nella sua ultima sparata giornalistica (La Stampa, 3 marzo 2010) straparla di chimica verde, biocarburanti di seconda generazione, biomasse lignocellulosiche, senza utilizzo di colture a fini alimentari, sviluppo di aree agricole marginali, ricadute positive per il settore agricolo, riduzione di oltre l’80% delle emissioni di gas serra, centinaia di occupati. In realtà è di ben altro contenuto, per quanto generico, il progetto presentato per Crescentino. Ghisolfi dà per scontato che sarà approvato da un accondiscendente sindaco. Conta sul fatto che, proprio per la sua genericità, non è stato sonoramente bocciato dal parere delle associazioni ambientaliste (Legambiente e Pro Natura vercellesi) al sindaco di Crescentino. Per ora. Per ora sta in piedi solo per i finanziamenti pubblici della Regione Piemonte (già 15 milioni di euro). Passerà se non incoccerà la mobilitazione popolare, come quella insorta a Rivalta Scrivia. Quella che lo sponsor assessore regionale Andrea Bairati, dall’alto dei dei suoi 400 milioni di euro rilasciati nella ricerca del settore, ha definito “una opposizione ideologica”.

Post scriptum. Dispiace polemizzare tra ambientalisti, ma siamo -di nuovo- completamente in disaccordo con l'OK all'impianto M&G dato da Legambiente Tortona. Noi ci battiamo (inascoltati dai politici) per il risparmio dell’energia, per la diminuzione dei consumi energetici, per la sostituzione dei combustibili fossili (petrolio) con le fonti alternative: sole, acqua, vento e anche biomasse. Ma sulle biomasse occorre distinguere. Le piante, tramite il processo di fotosintesi, eliminano l’anidride carbonica atmosferica (la convertono in materia organica). Se la biomassa è uno scarto, il residuo della coltivazione, allora noi siamo favorevoli all’uso di questo tipo di biomassa che non intacca il patrimonio boschivo e agricolo, soprattutto per fare biogas (metano) e per fare compost (fertilizzante) tramite piccoli impianti. Se invece si intende per biomasse le piante espressamente coltivate per scopi energetici in grossi impianti, per essere bruciate, o per fare etanolo che viene bruciato, allora non siamo d’accordo. Per ragioni etiche, ecologiche ed economiche. Non ideologiche.