Il direttore dell’Ato ing. Graldi assicura che i filtri a carbone attivo abbattono quasi completamente il Pfoa nell’acqua potabile. Tuttavia egli non dichiara i valori di concentrazione residua dell’inquinante, dopo il processo di potabilizzazione, nè quando e quante analisi siano state effettuate nei mesi ed anni scorsi, neppure da quale ente. Come fa ad essere così certo dell’assenza dell’inquinante nell’acqua potabile? Gli chiediamo di mettere a disposizione i certificati.
Siamo orgogliosi che il laboratorio di Pontelagoscuro sia destinato a diventare un’eccellenza in Europa per questo tipo di controlli. Ma è un’ipotesi futura. Oggi ci interessa sapere se siano stati fatti i controlli di Pfoa nell’acqua potabile. Non siamo per nulla tranquillizzati dalle dichiarazioni dell’Ato. Vogliamo sapere se il Pfoa nell’acqua potabile sia mai stato misurato da Hera o dall’Asl, quando e quali valori siano stati riscontrati. Sono domande semplici rimaste senza risposta!
La vicenda Pfoa soffre anche di un principio di oscuramento da parte di un importante quotidiano locale e ci domandiamo perché! Da diversi giorni inviamo ai media comunicati tanto preoccupati quanto documentati. “Il Pfoa è una sostanza che permane nell’organismo per molti anni e per questo anche piccole esposizioni possono risultare dannose” ha dichiarato a Italiasalute.it Riccardo Crebelli, tossicologo dell’Istituto Superiore di Sanità.
L’Epa, l’agenzia americana per la protezione dell’ambiente, ha deciso di eliminare il Pfoa dalla produzione di pentole entro il 2015.
Uno studio condotto da scienziati dell’Università di Exeter, nel Regno Unito, e pubblicato su Environmental Health Perspectives, ha messo in luce che la sostanza nel sangue potrebbe danneggiare il funzionamento della tiroide. I medici inglesi hanno analizzato circa 4000 persone, scoprendo che i soggetti con una concentrazione nel sangue di Pfoa superiore del 25 per cento rispetto agli altri, avevano oltre il doppio delle probabilità di sviluppare malattie della tiroide. Le donne presentavano un rischio ancora maggiore, perché più sensibili ai problemi della ghiandola endocrina.
In letteratura scientifica esistono mille fonti sulla vasta pericolosità della sostanza cancerogena.
Lunedì in consiglio comunale Ppf ha presentato un ordine del giorno urgente sul Pfoa, che poi ha ritirato a fronte della disponibilità del sindaco e della maggioranza di affrontare l’argomento nella conferenza dei capigruppo di domani ed in commissione sanità.
L’azienda sanitaria ferrarese non si esprime al riguardo. Anche Arpa ed Hera tacciono. Il sindaco, massimo garante per legge della salute pubblica, deve mettere a disposizione della cittadinanza tutte le informazioni disponibili in merito ai controlli effettuati fino ad oggi ed agire per tutelare al meglio la collettività per il futuro. Ci interessa poco sapere che in Italia non siano stati fissati limiti per il Pfoa. Non ci risulta infatti che i controlli siano vietati.
Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf